E in questo istante tu dormi e sorridi
Lo sdegno che da ragazzo Lapo provava per l'ingiustizia gli era rimasto nel sangue, come il gusto di ricordare. Anche nella capanna assediata dalla furia di un temporale il passato lasciava la sua orma. Gli uomini scompaiono tutti, pensava, chi da gigante e chi da nano, sotto il cielo stellato o dentro un abisso di silenzio, scompaiono lasciando una debole memoria o una traccia profonda.
Quando si fu estinta in lui ogni forma d'intolleranza giovanile, quella "che divideva gli uomini in 'compagni' e 'nemici', che rendeva ciechi di fronte alle ragioni dell'altro, al mistero del suo essere uomo", il professor Lapo Tusci, docente di materia letterarie, si recava spesso sul passo di Dante, sul colle per cui i pisan veder Lucca non ponno: gli piaceva pensare che da lì fosse passato il sommo poeta e vi si tratteneva a lasciar affiorare i ricordi della sua vita. Di quando bambino, in soffitta, osservava il pulviscolo danzare in un fascio di luce mentre spiava le formiche, o di quella volta che schiacciò un ragno facendone uscire un liquido giallognolo. Da quella soffitta "il mondo gli pareva piccolo e buffo" e mentre sognava di recitarvi un ruolo da protagonista si sentiva già un suo spettatore appartato.
Nei ripostigli del cuore, sentire le cose parlare
Come un pupazzo a molla che salta da un ventre di legno, preda del desiderio di prendere ancora e sempre parte alla vita, o come un foglio accartocciato in un cestino e riaperto con circospezione per ritrovarvi le tracce di quanto non è mai accaduto, o “un sogno impalpabile di luce e di calore/che vaga tra l’erba e le piante del prato”, siamo alla fine questo stesso qualcuno afferrato da “una acuta ed inutile voglia” di sedersi per terra e di non fare più nulla per lasciarsi sorprendere dal proprio sguardo sul mondo. Si tratta solo di sapersi riconoscere in pochi momenti essenziali in cui si resta sospesi, in quei pochi smisurati istanti in cui la vita intera pare tirare le fila e disegnare un profilo nell’aria, il nostro o quello di uno sconosciuto, di quel pupazzo un po’ sinistro e ignoto che siamo, sogni di altri non meno ignoti, di un destino ridente che ci fa assomigliare ad un piccolo Dio con la sua aura di banalità che lo accompagna come un’ombra.
"Cantiamo ciò che non abbiamo": in questo verso, che dà anche il titolo a questa raccolta di poesie di Marco Giovannetti, sembra riecheggiare, come in un romanzo di Vittorio Saltini di un po’ di anni fa, un verso di Antonio Machado: "Se canta lo que che se pierde": quel che non abbiamo o abbiamo perduto è infatti ciò che rimane accartocciato nel cestino, è “l’angoscia di non poter urlare il nostro niente/come un ciclope accecato, irriso”.
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Il sentimento estetico di un intellettuale disorganico
Il 7 novembre 2016 Mario Perniola, uno dei maggiori e più originali filosofi italiani dell'ultimo mezzo secolo nonché uno dei pochi ben conosciuti all'estero, ebbe dal suo medico una prognosi infausta: "un anno di vita. Non un mese di più, né un mese di meno".
Cosa accadde durante quell'anno Perniola lo racconta in un libro che è anche un testamento filosofico: Tiresia contro Edipo. Vita di un intellettuale disorganico (Il melangolo edizioni, Genova, 2021), libro che è essenzialmente il tentativo di decifrare il senso del proprio destino alla luce della propria malattia. S'ispira in tale tentativo all'idea stoica di amor fati, che Perniola definisce come "l'adesione incondizionata a ciò che è stato, a ciò che è, a ciò che sarà", e cioè a quella "riconoscenza nei confronti del nostro destino" che si concilia in lui con quel sentimento estetico che lo ha accompagnato durante tutta la vita.
Come osserva Enea Bianchi nella bella introduzione al volume da lui curato – gli stoici, per i quali la realtà è permeata dal logos, rintracciano la bellezza e il vero bene nel mondo e non in un mondo dietro al mondo". Rintracciare la bellezza nel mondo, saperla trovare nel proprio destino anche quando ci conduce all'incontro con Madame Morte, è uno dei principali motivi ricorrenti in questo libro, e poiché per farlo è necessario mettersi alla ricerca delle cause psicologiche del suo male a questo fine viene evocato Tiresia, il divinatore della tragedia di Edipo, proprio in quanto è ritenuto in grado di anticipare le cause psicologiche del male. E secondo l'autore, nel suo caso, l'origine del male è riconducibile al bisogno di essere visti.
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C'è un U-Robot nel nostro futuro
In un centro internazionale di ricerca nei pressi di Las Vegas, negli Stati Uniti, è nata una generazione di robot assolutamente rivoluzionaria. Si chiama U-Robot, non deve essere confuso con Ufo-Robot e sa fare praticamente tutto. Come ogni altro Robot delle ultime generazioni può cucinare e fare le pulizie, ma non si ferma qui: sa eseguire anche lavori molto più complessi, come dirigere un'azienda, curare un paziente afflitto da vari tipi di disturbi, progettare ponti e spostarsi in quasi totale autonomia. Il prezzo? Non costa molto né acquistarlo né mantenerlo: lo si può infatti comprare in leasing con comode rate a partire da circa 700 euro al mese, a seconda delle prestazioni richieste, e cederlo usato senza che per i primi vent'anni del suo utilizzo abbia perso molto del suo valore.
Il nuovo tipo di robot è in grado non solo di eseguire i calcoli più complessi, ma anche di escogitare nuove teorie scientifiche e persino di sostenere conversazioni impegnative sotto il profilo culturale. Si è dimostrato molto utile anche nei call center, dove è stato provato nel ruolo delle normali segreterie telefoniche ed è stato apprezzato da molti clienti per le sue attitudini dialogiche e la sua capacità di ascolto. Alcuni esemplari si sono perfino dimostrati in grado di fornire un certo conforto psicologico agli utenti, tanto che alcune aziende operanti nel settore della comunicazione ne hanno già prenotati diversi esemplari.
La capacità di U-Robot vanno quindi ben oltre quella di leggere, scrivere o usare un pc: alcuni modelli sono capaci di suonare uno strumento musicale, o addirittura di comporre brani di assoluto rilievo estetico; mentre altri riescono a inventare, mediante la scrittura o la voce, fantastiche storie, o addirittura a recitare e cantare con incantevoli intonazioni. I modelli da football hanno poi la capacità di battere punizioni imparabili, di realizzare gol incredibili o assist geniali, tanto da non far rimpiangere alcuni dei più famosi numeri 10 della storia di questo sport, mentre gli esemplari più sofisticati sono stati brevettati per fornire un piacere sessuale particolarmente intenso, con tutta una gamma di opzioni da far incuriosire persino le persone più caste.